Gentile Presidente arch. Primiani, caro Dino,
Sono di questi giorni forti polemiche sul tema PNRR e nuovo Codice Appalti.
Vediamo di cercare di fare il punto.
La governance del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) è composta da una serie di organi e di norme istituite ad hoc al fine di portare a compimento nei tempi previsti i progetti indicati nel Pnrr medesimo.
Il Pnrr è il documento che il governo italiano ha predisposto per illustrare come intende gestire i fondi di Next generation Eu.
Ed il rispetto dei tempi è una condizione molto importante per la riuscita del Piano.
Si tratta infatti di un punto imprescindibile affinché l’Italia ottenga effettivamente le risorse previste dal Next generation Eu.
Per questo dunque il Decreto Legge n.77/2021, detto decreto semplificazioni, convertito con modificazioni dalla L. 29 luglio 2021, n. 108 - ( cfr.Suppl.Ord. n. 26, relativo alla G.U. 30/07/2021, n. 181con ultimo aggiornamento all'atto pubblicato il 11/03/2023) - proprio per questo ha previsto la creazione di una serie di organi il cui compito consiste a seconda dei casi nel fornire linee di indirizzo, risolvere i conflitti politici o istituzionali, portare avanti la concertazione con le parti sociali, monitorare l’andamento dei progetti e superare eventuali stalli ed elementi di criticità.
Il Decreto Legge n.77/2021 ha istituito diversi nuovi organi che dovrebbero, nella maggior parte dei casi, rimanere in funzione fino al completamento del Pnrr e comunque non oltre il 2026.
• Cabina di regia. È presieduta dal presidente del consiglio e composta da ministri e sottosegretari alla presidenza del consiglio competenti per le materie affrontate in ciascuna seduta. Tra le sue competenze rientrano l’elaborazione delle linee di indirizzo per l’attuazione del Pnrr e il monitoraggio degli interventi posti in essere.
• Tavolo permanente per il partenariato economico, sociale e territoriale. È un organo di concertazione con le parti sociali, con gli enti locali, l’università e la società civile.
• Segreteria tecnica presso la presidenza del consiglio. È una struttura tecnica creata presso palazzo Chigi per svolgere funzioni di segreteria della cabina di regia e del tavolo permanente.
• Unità per la razionalizzazione e il miglioramento della regolazione. Istituita presso il dipartimento affari giuridici della presidenza del consiglio, questa unità ha il compito di individuare gli ostacoli alla corretta attuazione delle riforme e degli investimenti previsti dal Pnrr e di elaborare proposte per superare le disfunzioni rilevate.
• Servizio centrale per il Pnrr. È istituito presso la ragioneria generale dello stato (ministero dell’economia) a livello di direzione generale. È responsabile della gestione del fondo di rotazione del Next generation Eu e dei flussi finanziari che ne derivano. Monitora inoltre sia l’attuazione delle riforme che gli investimenti del Pnrr.
• Ufficio di audit del Pnrr. Anche in questo caso è istituito presso la ragioneria generale dello stato, come ufficio dirigenziale non generale. Opera in una posizione di indipendenza funzionale rispetto alle strutture coinvolte nella gestione del Pnrr. Ha funzioni di audit del Pnrr, verifica cioè la qualità e la completezza dei dati di monitoraggio oltre a valorizzare e sviluppare iniziative di trasparenza e partecipazione.
E questo è l’apparato normativo in parte e di base messo a punto per affrontare il tema, molto importante per lo sviluppo e la ripresa della nostra Repubblica.
Un apparato recentemente oggetto di modifiche in termini di accentramento delle decisioni direttamente verso palazzo Chigi ed il ministero per l’Europa, il PNRR ed il Sud.
Ora è in dirittura d’arrivo l’entrata in vigore del nuovo Codice Appalti i, prevista per il 1 aprile 2023, con efficacia effettiva dal 1 luglio successivo.
E giù forti critiche e si sottolineano tanti profili ritenuti negativi.
Quali ?
Fino a 150mila euro un sindaco potrebbe affidare alla ditta “dell’amico” o dell’elettore la commessa per un pezzo di manto stradale o per cambiare la segnaletica.
Potrebbe farlo anche fino a 1 milione negoziato, ma senza bando.
Fino a 5,3 milioni si invitano 10 imprese e tra loro si sceglie.
Ogni impresa potrebbe poi subappaltare, usando macchine movimento terra mosse da “soggetti …poco affidabili” o da ditte che si servono di caporali e lavoro nero.
E così nascerebbero ancor di più le fabbriche di “morti bianche”.
Non sono così ingenuo da non sapere che le varie malavite già prima potevano vincere comunque le gare, e mi riferisco a quelle “ aziende” che nuotano come pesci nell’acqua della burocrazia.
Certo, tuttavia, che alcune critiche mi sembrano superabili.
Ad esempio per gli affidamenti diretti sotto i 150 mila euro basterebbe limitarli nel tempo e nel numero per superare le riserve pur possibili.
E l’ANAC nazionale- l’Anticorruzione - in materia potrebbe diventare utile proficuo supporto.
La critica è che con il nuovo Codice Appalti , furto, corruzione sfruttamento, diventerebbero quasi la regola, sarebbero … legali !
L’accusa di fondo è rivolta ai provvedimenti del Governo , quello che, per esempio, ha difeso il cibo Made in Italy firmando tutele per l’industria agro alimentare, che inquina di più e succhia molta acqua. Politiche con le quali …si ottengono ...bei voti !
E si spingerebbero i protagonisti della malavita "a mettere" la testa a posto per diventare infine ..."businessman" !
E così si contesta la cosidetta "sinistra dei no” e si ottiene credito elettorale perché è vero, in effetti, che i passati governi hanno a suo tempo reso più astruse le regole senza però combattere per davvero la “ borghesia dell’affarismo “, realtà tutta …italica !
Il risultato unito alle polemiche ?
Confusione di norme, incertezza sulle decisioni, ritardi incolmabili, perdita letale e irrimediabile delle risorse europee e nazionali.
Il dato di fondo certo ed incontroverso è che per il Mezzogiorno – ma non solo - il PNRR rimane un’occasione storica e straordinaria.
Finora la logica degli investimenti e degli interventi non è stata sempre informata alla valutazione dell’utilità plurale , condivisa e comune.
Il più delle volte è stata pensata come rivolta al calcolo del consenso elettorale.
Un po' come è già accaduto al Movimento 5 Stelle, accusato di clientelismo per l’istituzione del reddito di cittadinanza con finalità di ritorno in voti, specie al Sud.
La critica di chi, confondendo così il dito con la luna, non vede i profondi bisogni vitali di sussistenza di tanti cittadini, anche meridionali, privi del lavoro, bisogni "letti" in termini di RED .
Cioè di reddito di dignità , già sperimentato in Puglia, vale a dire reddito di inserimento nella Comunità, che è tutto... fuorchè un …sussidio viziato da ritorni elettorali !
Non sono sprovveduto nel pensare che nelle priorità stabilite dalla classe politica possa o debba scomparire di colpo il fantasma del “foro interno” del tornaconto elettorale.
Un soggetto politico conta…se ha i voti…il consenso numerico, quello di stima e di valorietà si…serve, ma viene…dopo…purtroppo !
Ma nessuna zona geografica e sociale può crescere regolando gli investimenti solo o quasi sulla base dei ritorni in termini di voti.
Sarebbe la cristallizzazione paralizzante del clientelismo come perenne e permanente sistema di governo.
Ecco che ora serve per davvero un cambio di passo della mentalità dell' amministrazione attiva degli amministratori di periferia, quelli regionali e comunali.
Serve un nuova “cultura politica” - senza "nuovismi" di maniera - meno volta al calcolo del consenso e più diretta verso la ricerca di corretti rapporti costi/benefici positivi per gli investimenti.
Semplicemente occorre passare dall’etica dell’intenzione all’etica della responsabilità.
La prima riguarda la sfera morale, la seconda è propria della sfera politica.
Questa è la vera sfida.
Per tutti.
Proprio tutti.
di Francesco Longo - STUDIO ARCH. FRANCESCO LONGO & C.
Dr. Arch. Francesco Longo, libero professionista Ordine Lecce n.2025, già Dirigente Enti Locali e P.A.