di Diego Scarpitti
Criticità e soluzioni, procedure di affidamento e linee guida, impianti sportivi tra degrado e rinascita. La partita è aperta e il dibattito in corso. Il convegno dal titolo «Ricominciamo da capo» ha voluto avviare la riflessione e accendere i riflettori sulla legge numero 86 dell’8 agosto 2019, in tema di semplificazione. In avvio scorrono le immagini del Real Albergo dei Poveri, del Parco dello Sport di Bagnoli, del PalArgento, dello Sferisterio e di altre strutture urbane dimenticate, che versano in totale abbandono. Fotografia impietosa dello stato dell’arte.
«Una sequenza importante e una scossa alle nostre coscienze. E’ doveroso fare sistema e trovare le soluzioni alla luce delle priorità», assicura convinto Edoardo Cosenza, assessore alle Infrastrutture, Mobilità e Protezione civile, che si dichiara «ottimista sul futuro finanziario di Napoli». La nuova Amministrazione comunale, guidata dal sindaco Gaetano Manfredi, intende ripartire di slancio. «E’ pura follia escludere chi c’è già nella gestione degli impianti», dichiara Cosenza.
Il focus di interesse nazionale allarga gli orizzonti con Bernardino Primiani, presidente nazionale dell’Associazione nazionale italiana tecnici della Pubblica Amministrazione (AniTecPA). Lancia il grido d’allarme il maestro Peppe Marmo, propiziatore dell’iniziativa al Kodokan Napoli, già insignito della Stella d’oro al merito sportivo. «Siamo molto preoccupati per il nostro avvenire». Platea nutrita, ognuno porta il suo contributo di idee. «C'è bisogno di coraggio, basta con le chiacchiere», tuona Gianni Maddaloni (Star Judo Club), facendo sentire la voce di Scampia e delle periferie.
Lello Parlati (Fiamme Oro-Nippon Club) illustra la validità del PalaVesuvio come polo internazionale per il judo ma le difficoltà sono note a Ponticelli. ««Piove all’interno, manca il riscaldamento ma guardiamo alle opportunità del fare, pur essendo Napoli una grande periferia». Ascoltano interessati Antonio Piccolo, presidente Arci Scampia, Mario Del Verme, coordinatore Sport Italia Scholas Occurrentes, Cirpaolo Vecchione (Flat Sport PalaVeliero), Alessandro Papaccio, direttore nazionale Aics, Andrea Scotti Galletta e Simone Mulazzani (Waterpolo Lions). E poi Luca Piscopo, consigliere nazionale Fin e coordinatore Fiamme Oro, Marco Gallinoro, vicepresidente sportivo della Canottieri Napoli, e Vincenzo Semeraro, past president del Circolo Nautico Posillipo, Simona Marzullo (Tennis Club Napoli). «Siamo a disposizione, perché crediamo fortemente nello sport e possiamo dare il nostro contributo», osserva Aldo Castaldo, presidente Ferderginnastica Campania.
Procedure e legislazione da calare nel territorio. Desta apprezzamento l’intervento dell’ingegnere Andrea Esposito, già dirigente tecnico in servizio presso il Comune di Napoli fino al 1 luglio 2016 con la qualifica di direttore centrale per le infrastrutture, lavori pubblici e mobilità. «Il legislatore ha previsto l’affidamento diretto della gestione di un impianto per un minimo di 5 anni, sulla base dello studio di fattibilità senza temere l’Inquisizione della Corte dei Conti. Il legislatore, con la legge 86, ha finalmente indicato delle linee guida molto interessanti sull’affidamento diretto dell’impianto sportivo alla società o associazione dilettantistica, che in via prevalente usano l’impianto. Si mette un punto fermo ad una situazione già drammatica, nella quale le associazioni che gestivano gli impianti venivano considerate occupanti senza titolo. Nei confronti di tali associazioni l’ente pubblico deve avviare un procedimento di regolarizzazione amministrativo, perché svolgono un servizio sociale».
Inoltre «occorre rivedere la classificazione dei beni alla luce del vincolo conformativo: i beni indisponibili hanno carattere sociale e non hanno rilevanza economica», sottolinea Esposito. «Questione impiantistica vitale e discorso centrale. A rallentare il mondo dello sport il conflitto di competenze tra Coni, Sport e Salute, e Dipartimento per lo sport. Bisogna mirare alla concretezza e dare la giusta importanza allo sport», rivendica Agostino Felsani, delegato provinciale Coni Napoli.
Le aspettative sono alte e tante. «Mancano progettualità e personale. I fondi del Pnrr rappresentano una occasione per recuperare il tempo perduto e un treno da non perdere. Serve una svolta e una partecipazione attiva per colmare disuguaglianze mostruose. Dobbiamo ripartire dall’Albergo dei Poveri, dall’ex collegio Ciano e dalla Mostra d'Oltremare, invidiata da tutta Europa», argomenta Aldo Aveta, ordinario di restauro architettonico.
Traccia un primissimo bilancio Emanuela Ferrante, assessore allo Sport e alle Pari Opportunità. «Nonostante le ristrutturazioni in occasione delle Universiadi, gli impianti necessitano di interventi e grazie agli sportivi sono ancora in piedi. La situazione a Napoli è complicatissima. Abbiamo trovato una città in totale abbandono e in uno stato di anarchia totale. Abbiamo intenzione di cambiare marcia, sempre che da Roma ci consentano di sopravvivere. Nei prossimi giorni la manifestazione d’interesse per il PalaStadera».
E’ intervenuto anche il consigliere comunale Ciro Borriello. «Il mondo dello sport ha bisogno di dinamismo», ricordando il suo settennato a Palazzo San Giacomo. E poi gli interventi di Dario Brugli (Scais) sulla manutenzione ordinaria e straordinaria, la ristrutturazione, messa a norma e rigenerazione urbana; Leonardo Di Mauro, presidente Ordine degli Architetti; Alessandro Gubitosi (Scais Campania); Francesco Longo e Salvatore Iervolino, consigliere e vicepresidente AniTecPa.
«Mi auguro che i diversi player in campo possano dare un senso alla ripartenza delle associazioni sportive e all’impiantistica a livello napoletano e nazionale. E’ un momento di avvio, per cercare di aggregare tutte le forze per affrontare e risolvere i problemi dello sport, poichè siamo ad un punto di non ritorno», le conclusioni di Franco Porzio, presidente dell’Acquachiara.