Correttivo Codice appalti 2025: via libera alle modifiche

Nuove disposizioni correttive al Codice dei Contratti Pubblici: in cima alla lista delle modifiche al D.Lgs. 36/2023 digitalizzazione, qualificazione, BIM, revisione dei prezzi, equo compenso

 

FONTE: https://biblus.acca.it

 

Il Consiglio dei Ministri n. 101 del 22 ottobre ha approvato in via preliminare nuove disposizioni integrative e correttive al Codice dei Contratti Pubblici.

Il decreto legislativo approvato intende semplificare e razionalizzare il quadro normativo vigente, rispondendo a criticità emerse durante l’applicazione del codice e alle richieste di modifica da parte dell’Unione Europea.

Il provvedimento – che modifica 78 articoli, ne aggiunge 3 e prevede l’inserimento di 3 nuovi allegati – interviene nei seguenti ambiti:

  • equo compenso;
  • revisione dei prezzi;
  • digitalizzazione dei contratti pubblici e BIM;
  • tutele lavoristiche;
  • misure per le pmi;
  • qualificazione delle stazioni appaltanti.

Lo schema di decreto legislativo sarà sottoposto al parere del Consiglio di Stato, della Conferenza Unificata e delle Camere.

L’obiettivo è rispettare la scadenza del 31 dicembre 2024 per l’approvazione finale.

Ricordiamo che la Legge 78/2022 prevede che entro 2 anni dall’approvazione del Codice dei Contratti Pubblici (31 marzo 2023), il Governo ha la facoltà di introdurre correzioni e integrazioni necessari sulla base dell’esperienza pratica, seguendo la stessa procedura e rispettando i principi e criteri direttivi originari.

Analizziamo nel dettaglio le principali modifiche.

Equo compenso: ribasso con limiti nel Correttivo al Codice

Come annunciato, il provvedimento chiarisce i termini di applicabilità della legge sull’equo compenso (legge 49/2023) al settore dei contratti pubblici, in modo da operare un bilanciamento tra gli interessi.

In tale ottica, si introducono specifici criteri per l’affidamento dei contratti relativi ai servizi di ingegneria e architettura e degli altri servizi di natura tecnica e intellettuale di importo pari o superiore a 140.000 euro, stabilendo che:

  • i corrispettivi, determinati secondo le modalità di cui al cosiddetto “decreto parametri”, sono utilizzati dalle stazioni appaltanti e dagli enti concedenti ai fini dell’individuazione dell’importo da porre a base di gara, comprensivo dei compensi, nonché degli oneri e delle spese accessori, fissi e variabili;
  • le stazioni appaltanti procedono all’aggiudicazione dei predetti contratti sulla base del criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa, individuata sulla base del miglior rapporto qualità/prezzo nel rispetto dei seguenti criteri:
    • in relazione al 65 per cento dell’importo da porre a base di gara, l’elemento relativo al prezzo assume la forma di un prezzo fisso (tale specificazione consente di individuare la componente non ribassabile dell’importo complessivo, in coerenza con il principio dell’equo compenso);
    • per il restante 35 per cento dell’importo da porre a base di gara, le tariffe possono essere oggetto di offerte al ribasso in sede di gara, fermo restando l’obbligo per la stazione appaltante di stabilire un tetto massimo per il punteggio economico, entro il limite del 30 per cento, in modo da valorizzare la componente relativa all’offerta tecnica e dunque, l’elemento qualitativo della prestazione oggetto dell’affidamento;
  • all’affidamento dei contratti di servizi di ingegneria e architettura si applicano le disposizioni sulla verifica delle offerte anomale, con l’effetto di consentire l’esclusione automatica dalla procedura competitiva delle proposte non coerenti con i principi dell’equo compenso.

Inoltre, si prevede che, per i contratti dei servizi di ingegneria e di architettura di importo inferiore a 140.000 euro, oggetto di affidamento diretto, i corrispettivi determinati secondo le modalità previste nel relativo allegato al Codice possono essere ridotti in percentuale non superiore al 20 per cento.

Digitalizzazione dei contratti pubblici: appalti BIM a 2 milioni

In tema di digitalizzazione dei contratti pubblici, il decreto contiene nuove disposizioni per:

  • semplificare l’alimentazione del fascicolo virtuale degli operatori economici;
  • chiarire le regole sulla certificazione delle piattaforme utilizzate dalle stazioni appaltanti per collegarsi alla Banca dati ANAC;
  • prevedere la suddivisione di compiti tra il RUP e il personale delle stazioni appaltanti ai fini del caricamento dei dati sulla Banca dati nazionale dei contratti pubblici;
  • accelerare e semplificare il funzionamento del casellario informatico;
  • razionalizzare tutti i requisiti tecnici per la redazione in modalità digitale dei documenti di programmazione, progettazione ed esecuzione dell’opera;
  • ridefinire termini e regole per l’utilizzo di metodi e strumenti di gestione informativa digitale delle costruzioni BIM.

Resta confermato l’obbligo del BIM a decorrere dal 1° gennaio 2025 negli appalti pubblici per la progettazione e realizzazione di lavori di nuova costruzione e per gli interventi su costruzioni esistenti.

Cambia la soglia: si passa da un importo a base di gara di 1 milione al valore del progetto pari a 2 milioni di euro determinato con stima parametrica.

Si introduce, inoltre, una soglia specifica –  sempre a partire dal 1° gennaio 2025 – per gli interventi da realizzare sugli edifici classificati come beni culturali: il BIM è obbligatorio in caso di lavori di importo superiore alla soglia comunitaria di 5,5 milioni di euro.

Nuovi strumenti per assicurare le tutele lavoristiche

Al fine di orientare l’operato delle stazioni appaltanti il decreto introduce un nuovo allegato che stabilisce i criteri per l’individuazione del contratto collettivo di lavoro applicabile e la verifica dell’equipollenza dei contratti.

Revisione prezzi: il correttivo prevede indici sintetici

Saranno introdotte nuove modalità per la revisione dei prezzi nei contratti pubblici, con indici sintetici che permettono di adeguare gli importi contrattuali.

Qualificazione delle stazioni appaltanti: cambiano requisiti ed obblighi

Per quanto riguarda la qualificazione delle stazioni appaltanti, sono introdotti:

  • nuovi requisiti e obblighi, come il monitoraggio dell’efficienza decisionale a partire dal 1° gennaio 2025;
  • incentivi per le stazioni appaltanti non qualificate che si avvalgono di quelle qualificate, oltre a requisiti flessibili per prevenire blocchi nelle fasi di esecuzione;
  • requisiti flessibili per la qualificazione relativa alla fase di esecuzione, anche al fine di prevenire stalli di sistema nell’esecuzione;
  • l’erogazione dei corsi di formazione, finalizzati a migliorare la professionalizzazione delle stazioni appaltanti, anche da parte di soggetti privati aventi scopo di lucro;
  • l’istituzione, presso l’ANAC, di un Tavolo di coordinamento dei soggetti aggregatori, con compiti di monitoraggio dell’attività dei soggetti aggregatori, individuazione degli ambiti ove si registra uno scostamento tra la domanda e l’offerta di attività di committenza e promozione della specializzazione dei soggetti aggregatori.

Semplificazioni in arrivo per i consorzi

Novità rilevanti riguardano anche i consorzi stabili, che ora possono avvalersi dei requisiti maturati dalle singole consorziate, anche non esecutrici, per partecipare alle gare.

Inoltre, si estende ai consorzi fra società cooperative di produzione e lavoro e i consorzi fra imprese artigiane, l’obbligo di indicare, in sede di offerta, per quali consorziati il consorzio concorre; si prevede che possano essere oggetto di avvalimento solo i requisiti maturati in proprio dal consorzio; si introduce il divieto di partecipazione a più di un consorzio stabile.

Nel Correttivo appalti 2025 più tutela delle micro, piccole e medie imprese

Le stazioni appaltanti dovranno eseguire verifiche adeguate sul mercato di riferimento per garantire la partecipazione delle micro, piccole e medie imprese, soprattutto in caso di affidamenti sotto le soglie europee.

È previsto che almeno il 20% delle prestazioni subappaltabili venga assegnato a micro, piccole e medie imprese, con possibilità di deroga a tale soglia per ragioni legate all’oggetto o alle caratteristiche delle prestazioni o al mercato di riferimento.

Esecuzione dei contratti: modifiche alla disciplina di premi penali

Vengono apportate modifiche alla disciplina sui premi e penali per accelerazioni o ritardi nell’esecuzione dei contratti.

Partenariato Pubblico Privato (PPP)

Sul fronte del partenariato pubblico-privato, le novità riguardano:

  • la finanza di progetto, con una distinzione tra iniziative pubbliche e private;
  • l’introduzione di una prima fase di evidenza pubblica ai fini dell’individuazione del soggetto che può esercitare la prelazione;
  • l’obbligo, in capo agli enti concedenti, di garantire la piena trasparenza sulle manifestazioni di interesse/proposte presentate su iniziativa di parte;
  • l’introduzione di una fase preliminare per la presentazione delle proposte.

 FONTE: https://biblus.acca.it