di Francesco Longo
Gentile Presidente arch. Primiani, caro Dino,
in queste primi mesi del 2023 ci siamo preparati per il Convegno nazionale seminariale del 23 marzo u.s. a Campobasso sul tema
<< La Pubblica Amministrazione, i tecnici R.U.P., gli operatori professionali, le imprese ed il territorio >>.
Grazie alla Tua infaticabile energia, ed ai Colleghi ed Amici Consiglieri Nazionali il risultato è stato altamente positivo.
Avverto l’orgoglio di appartenere ad una Comunità di tecnici comunali che da più decenni ha saputo dimostrare come l’apertura e l’attenzione verso lo sviluppo civile ed il progresso culturale ed economico del territorio siano valori inalienabili ed irrinunciabili, e questa premessa è la sola ragione di questa mia nota.
Siamo persone “abituate” alla testimonianza ed alla “presenza” nelle Istituzioni, come quelle
costituite dagli Uffici tecnici degli Enti Locali, ora oltremodo in situazioni difficili e complicati.
Lo sai bene, da tempo per me “chi ha votato chi” conta poco se non niente, e comunque… non prevale.
Per me, per Te, per tutti Noi conta saper lavorare insieme per dare continuità e qualità alla nostra professione in prima linea nei Comuni di tutta Italia e per la pluralità delle nostre Cittadine.
Vengo alla ragione di questa mia, non a caso, “lettera aperta”.
Grazie ad una notizia appresa casualmente da un mio Amico ho saputo di un libro del professor Vittorio Manes, da Bologna, che descrive plasticamente il percorso di dissoluzione del ruolo dell'interprete del diritto che si è andato compiendo, e si va compiendo, nell'ambito dell'ordinamento integrato che, travolti i confini della legislazione nazionale, impone la considerazione e l'esame di fonti ulteriori e contesti diversi.
Ed in periodo di direttiva Bolkestein anche i tecnici comunali sono “ piccola parte” di quel percorso, interessati come sono dalla redazione e gestione dei prossimi bandi di gara per assegnazione di lidi balneari demaniali.
Non si tratta soltanto di una modifica quantitativa, che costringe ad aggiungere alle fonti interne anche l'esame di quelle di derivazione internazionale e sovranazionale, quali le regole della Convenzione Edu e degli strumenti normativi dell'UE, per la risoluzione di ciascun caso concreto.
E' infatti ben rappresentato nel libro lo scarto qualitativo che impone di destreggiarsi tra tipologie nuove di precetti, che alterano la stessa struttura logica del percorso esegetico, non più articolato nella consolidata e rassicurante progressione dialettica che si muove in maniera lineare tra la norma astratta - premessa maggiore - la vicenda del caso concreto - premessa minore - per pervenire alla regola applicabile alla fattispecie.
Non sono cambiate quindi solo le squadre in campo ed il risultato del gioco, ma sono diverse le stessa regole logiche che lo disciplinano.
E tanto succede spesso negli uffici tecnici dei comuni, sommersi da una serie infinita di acronimi , termini gergali, dati e adempimenti che affastellano ogni giorno di lavoro, speso nella ricerca piramidale dell'ordinamento, avvicinandolo piuttosto ad una rete multipolare a geometria variabile, costituita da fattori operanti a livelli e con effetti fortemente differenziati, con inevitabile preoccupante torsione del principio di legalità anche in materia penale sancito dall'art. 25 della Costituzione.
Ai Tecnici Comunali tocca molto spesso sperimentarsi con umiltà e modestia circa il senso, lo scopo ed i limiti dell'interpretazione conforme, intesa quale strumento di armonizzazione, di riduzione delle asimmetrie esistenti tra ordinamento positivo interno e principi costituzionali o regole sopranazionali e norme regolamentari locali di ogni Comune.
Viene quasi “esercitato un potere di interpretare ed applicare “ le norme (…tutte) ai casi concreti, garantendo così l'equilibrio del sistema basato sulla separazione dei poteri.
E' molto pertinente ed efficace, al proposito, la rappresentazione del labirinto delle giustizie e la tentazione di Icaro, ben oltre la ricerca della soluzione più giusta, quella che può indurre nella fascinazione di Icaro, e quindi può invogliare ad agganciarsi ad una qualche fonte sovraordinata per evadere dal labirinto normativo.
Il rischio è mettere a repentaglio non la vita del giovane discendente di Ares ma il valore della certezza del diritto.
Ma ora sta avvenendo un fenomeno ancor più sottile, pervasivo e deformante.
Invece di approfondire i vari casi delle richieste agli uffici tecnici di permessi, gare, nulla osta e simili, si assiste ad un continuo rimpallo delle decisioni di merito tecnico ad altri organi, quali il Tar, la Corte dei conti o il Giudice penale, che lascerebbero (!?) così
“indenne” da responsabilità il tecnico comunale di turno.
A volte nascono posizioni denegative …quasi …di maniera, che hanno il senso solo e l’utilità di demandare ad ...altre firme …la decisione finale !
Tanto vale dire che per evitare processi, anche mediatici, e possibili responsabilità penali e contabili le varie istanze dei cittadini di natura tecnica ed autorizzatoria andrebbero indirizzate agli Organi sopra detti, e non agli Uffici Tecnici dei Comuni !
Per uscire dal labirinto delle varie giustizie occorre invece non affidarsi a fragili "ali di cera", spiccando voli inebrianti ma troppo arditi.
Piuttosto meglio sarebbe entrarvi con la cautela di Teseo, equipaggiati dell'etica del limite e muniti di un filo che comunque possa ricondurre all'uscita.
Uscita che non è delegare ad altri – Tar, Corte Conti e PM - ciò che per dovere d’ufficio compete ai Tecnici comunali.
Ma va fatta anche un’altra riflessione fondamentale.
In questo periodo storico si discetta di una serie di materie che possono passare dalla competenza statale a quella regionale che non hanno ricadute immediate sui diritti delle persone, ma sono comunque altrettanto negative per la collettività, perchè rompono l’unità del Paese dal punto di vista della tutela del patrimonio culturale, ambientale, infrastrutturale, ma anche dell’identità comune, che è la base della solidarietà nazionale come è stata faticosamente costruita dal dopoguerra ad oggi grazie alla nostra Costituzione.
Un’unità nazionale per cui opere d’arte, dimore storiche, Paesaggio, risorse idriche, porti e ferrovie, per citarne alcuni, sono di tutti gli italiani, indipendentemente da dove si trovano.
E sono dei tecnici comunali che lavorano per la tutela e lo sviluppo delle su indicate materie.
Per tanto , ora , in queste questioni, il nostro è più di un impegno di cittadini.
E' anche una “fatica” etica, che può costituire per davvero una forte, nitida e affascinante positiva concorrente spinta <<un nuovo "nudge”, un pungolo >> per i nostri Comuni ed Enti, e per il nostro voler fortemente ancora credere nel futuro della società democratica ...degli umani.
Ed è per questo che Ti propongo questa mia e mi aspetto che nel prossimo Consiglio Nazionale di ANITec PA - si riservi forte attenzione ai tematismi di cui innanzi ho fatto cenno.
Ora occorre dare ai sogni dei tecnici del territorio nuove energie, impegni formativi e di aggiornamento, tensioni etiche e civilmente volte al progresso, quello ...vero !
Per cambiare sempre meglio e bene in e progredire e contribuire a migliorare questi nostri paesi.
In Salento, in Puglia, come in Italia ed in Europa.
Per ancora poter continuare a “raccontare” nei fatti, nelle azioni e negli atti di ogni giorno questo nostro saper vivere da Tecnici e da Cittadini nelle nostre Comunità.
Ora più che mai servono fatti, risposte, concretezza quotidiana e visioni di prospettiva.
L ’impegno dell’essere un buon cittadino è quello che prende nell’intimo … ed è, quasi … esige e reclama sempre più e chiede continuamente … nuovi orizzonti e sensibilità !
A volte i tecnici comunali sono “travolti” da opinabili vicende giudiziarie .
Hanno occupato anche me, la mia vita, la mia famiglia, le persone che mi vogliono bene; hanno cercato di travolgere in più situazioni civili, penali e contabili le mie attività professionali, il mio impegno nella Comunità.
Non sono riusciti.
Nè mi hanno sconvolto, né hanno “toccato” i miei numerosi amici , i quali, più di prima, oggi mi sono vicini.
E ciò che qui finora ho scritto serve per andare avanti e mi incoraggia ad andare avanti e battermi ...fino alla fine del mondo !
Ma si sa che le liberatorie e le assoluzioni non fanno presa sul pubblico dei lettori quanto le accuse e le condanne.
Tanto più è in vista il ‘personaggio’, più accattivante è il titolo che lo mostra ‘travolto da vicende giudiziarie’.
Come potrei infatti dimenticare le notizie di stampa sul processo che mi ha visto sul banco degli indagati per una questione di aggiornamento dei costi di costruzione nei permessi edilizi in una delirante vicenda di malagiustizia, di cui ero inconsapevole e impotente vittima, e che si è invece sostanziata in un principio di diritto favorevole ai tecnici comunali ?
Non posso modificare un ‘andazzo giornalistico’ che è diventato prassi acquisita in Italia, sempre meno rispettoso del principio di presunzione d’innocenza sino al terzo grado di giudizio, sancito dalla nostra Costituzione.
La stampa avrebbe almeno espresso, senza più ombre, la limpidezza della mia innocenza e la gravità dell’ingiustizia subita.
Spero che i giornali i quali, con tanto zelo, contribuiscono ad infangare l’onorabilità di malcapitati Tecnici Comunali che si trovano ad essere inseguiti da certa cattiva giustizia, sentano poi il dovere di fare uno sforzo per restituire la loro credibilità.
E spero che le Amministrazioni comunali la smettano di “isolare” i loro tecnici comunali e si facciano parte diligente nell’esercizio attento – e non neghittoso – dei loro doveri.
Lo spero innanzitutto per il buon nome della categoria degli Amministratori e per la loro credibilità.
Farebbero bene a considerarsi sempre, in ogni caso, al servizio del popolo e in difesa sempre della verità, e non a voltarsi da un'altra parte per far finta di non vedere.
Presidente, deve proseguire, questo impegno, deve proseguire sempre ed occorre trovare le forme insieme per portarlo avanti e rimettere al centro questioni fondamentali collegate e connesse con l’attività degli Uffici tecnici tutti e in tutta Italia.
Semplicemente mi appello alla ricerca condivisa, direi quasi sinodale del “Bene comune”.
“Bene comune” vuol dire coltivare una visione lungimirante, vuol dire investire sul futuro, vuol dire preoccuparsi della Comunità dei cittadini.
Vuol dire anteporre l’interesse a lungo termine di tutti all’immediato profitto dei pochi, vuol dire prestare prioritaria attenzione ai giovani, alla loro formazione e alle loro necessità.
Vuol dire anteporre l’eredità buona e positiva - quella che dobbiamo consegnare alle generazioni future - all’istinto primordiale di divorare tutto e subito.
Presidente Primiani, negli anni trascorsi insieme hai già dato prova del Tuo impegno Istituzionale di Dirigente tecnico della pubblica Amministrazione nella continua ricerca del “bene comune”.
Facciamolo ancora e di più, con ambizione, non per vuoto nuovismo ma per creare nuovi ponti intergenerazionali, nuovo “futuro”.
Per fare "bene" il "bene plurale".
Auguri di buon lavoro, nella fiducia che vorrai aiutare sempre i Tecnici del territorio sempre – con i Tuoi consigli e la Tua avvedutezza - per la migliore crescita del territorio .
Cari saluti.
Dalla sede Sezione Puglia ANITec PA Ets in Taviano-Le,
Città dei Fiori
26 marzo 2023
Francesco Longo
STUDIO ARCH. FRANCESCO LONGO & C.
Dr. Arch. Francesco Longo, libero professionista Ordine Lecce n.2025,
già Dirigente Enti Locali e P.A.